venerdì 6 settembre 2013

Il sarcasmo: utile o dannoso?

Le parole taglienti, a prescindere dallo scopo per cui vengono dette, possono ferire profondamente l’amor proprio di una persona. Anche quando sono pronunciate in tono scherzoso, le espressioni sarcastiche possono suscitare ostilità, ferire i sentimenti e infrangere amicizie.

Il sarcasmo non è sempre fuori luogo. Quando non è pesante, può essere divertente. E a volte il sarcasmo può esprimere profondi stati d’animo. Se però è animato da uno spirito malevolo, il dolore provocato dalle espressioni taglienti può durare a lungo dopo che la risata è finita.
Spesso una scherzosa schermaglia verbale si trasforma in un’accesa discussione.
In effetti la parola “sarcasmo” deriva da un verbo greco che significa “lacerare le carni”.
Come un cane usa i suoi incisivi aguzzi per staccare la carne dall’osso, chi si esprime con sarcasmo può strappare a un altro la sua dignità. Un periodico (Journal of Contemporary Ethnography) afferma: “Alla radice del sarcasmo . . . c’è un’aperta ostilità o il disprezzo”. Poco importa se si tratta di un attacco diretto, di un sottile commento denigratorio o di un lapsus linguae. Un’osservazione sarcastica e poco gentile fa di qualcuno una vittima della derisione.
Nel suo libro Toxic Parents, Susan Forward sottolinea cosa succede quando ad esempio i genitori usano parole che feriscono: “Ho visto migliaia di pazienti la cui stima di sé aveva subìto un duro colpo perché un genitore aveva . . . ‘scherzato’ su quanto erano stupidi o brutti o indesiderati”. Immaginate, quindi, cosa potrebbe succedere usando parole sarcastiche crudeli con un amico, un conoscente o un fratello. La dottoressa Forward conclude: “L’umorismo che mette gli altri in ridicolo può essere estremamente dannoso”.

Non sorprende quindi che un libro sullo sviluppo infantile dica: “Il sarcasmo . . . dovrebbe essere eliminato per sempre dal linguaggio umano. Di solito offende, spesso ferisce profondamente e non contribuisce quasi mai all’instaurarsi di un dialogo profittevole”.
Che fare però se parlare con sarcasmo è ormai un’abitudine radicata? Allora è tempo che impariate a pensare prima di parlare. Parlare in modo avventato può essere particolarmente dannoso tra familiari.
il libro Raising Good Children cita queste parole dell’educatore John Holt: “Troppo spesso i familiari sfogano l’uno sull’altro tutti i dispiaceri e le frustrazioni della loro vita, cosa che non oserebbero fare con nessun altro”. I familiari si conoscono così bene che tendono a essere intolleranti verso le reciproche mancanze; perdono facilmente le staffe e si scambiano osservazioni sarcastiche.
Soppesando attentamente le vostre parole, potete evitare di ferire i sentimenti altrui e potete risparmiarvi inutile vergogna e imbarazzo.

Ma che dire se l’oggetto del sarcasmo, forse degli amici o dei compagni di scuola, siete voi?
Un suggerimento è quello di evitare la tendenza a vendicarvi quando subite un torto.
Questo però non significa che non bisogna rispondere affatto quando il sarcasmo diventa un insulto o una minaccia. Irwin Kutash, in un libro (Violence) di cui è coautore, osserva: “Certi affronti, se non vengono opportunamente neutralizzati, possono avere conseguenze a lungo termine per le vittime . . . Queste vittime possono diventare facili bersagli di ulteriori abusi”.

A volte, quindi, potete essere giustificati dalle circostanze a rispondere a un attacco verbale, non travolgendo l’aggressore con un fiume di parole astiose, ma parlandogli pacificamente e serenamente in privato.

Infine, è anche utile non prendersi troppo sul serio. Donald W. Ball osserva: “L’efficacia del sarcasmo . . . sta nell’effetto che si propone di ottenere”. Sì, non fate di un piccolo incidente una tragedia pensando di aver subìto un danno irreparabile a causa di un’osservazione poco gentile. Non perdete il senso dell’umorismo!

Il modo migliore per non essere vittima del sarcasmo, comunque, è di non usarlo voi stessi.
Questo vi impedirà di parlare in maniera dannosa e sarcastica, e forse di esserne vittima.



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