Le parole taglienti, a prescindere dallo scopo per cui vengono dette, possono ferire profondamente l’amor proprio di una persona. Anche quando sono pronunciate in tono scherzoso, le espressioni sarcastiche possono suscitare ostilità, ferire i sentimenti e infrangere amicizie.
Il sarcasmo non è sempre fuori luogo. Quando non è pesante, può essere divertente. E a volte il sarcasmo può esprimere profondi stati d’animo. Se però è animato da uno spirito malevolo, il dolore provocato dalle espressioni taglienti può durare a lungo dopo che la risata è finita.
Spesso una scherzosa schermaglia verbale si trasforma in un’accesa discussione.
In effetti la parola “sarcasmo” deriva da un verbo greco che significa “lacerare le carni”.
Come un cane usa i suoi incisivi aguzzi per staccare la carne dall’osso, chi si esprime con sarcasmo può strappare a un altro la sua dignità. Un periodico (Journal of Contemporary Ethnography) afferma: “Alla radice del sarcasmo . . . c’è un’aperta ostilità o il disprezzo”. Poco importa se si tratta di un attacco diretto, di un sottile commento denigratorio o di un lapsus linguae. Un’osservazione sarcastica e poco gentile fa di qualcuno una vittima della derisione.
Nel suo libro Toxic Parents, Susan Forward sottolinea cosa succede quando ad esempio i genitori usano parole che feriscono: “Ho visto migliaia di pazienti la cui stima di sé aveva subìto un duro colpo perché un genitore aveva . . . ‘scherzato’ su quanto erano stupidi o brutti o indesiderati”. Immaginate, quindi, cosa potrebbe succedere usando parole sarcastiche crudeli con un amico, un conoscente o un fratello. La dottoressa Forward conclude: “L’umorismo che mette gli altri in ridicolo può essere estremamente dannoso”.
Non sorprende quindi che un libro sullo sviluppo infantile dica: “Il sarcasmo . . . dovrebbe essere eliminato per sempre dal linguaggio umano. Di solito offende, spesso ferisce profondamente e non contribuisce quasi mai all’instaurarsi di un dialogo profittevole”.
Che fare però se parlare con sarcasmo è ormai un’abitudine radicata? Allora è tempo che impariate a pensare prima di parlare. Parlare in modo avventato può essere particolarmente dannoso tra familiari.
il libro Raising Good Children cita queste parole dell’educatore John Holt: “Troppo spesso i familiari sfogano l’uno sull’altro tutti i dispiaceri e le frustrazioni della loro vita, cosa che non oserebbero fare con nessun altro”. I familiari si conoscono così bene che tendono a essere intolleranti verso le reciproche mancanze; perdono facilmente le staffe e si scambiano osservazioni sarcastiche.
Soppesando attentamente le vostre parole, potete evitare di ferire i sentimenti altrui e potete risparmiarvi inutile vergogna e imbarazzo.
Ma che dire se l’oggetto del sarcasmo, forse degli amici o dei compagni di scuola, siete voi?
Un suggerimento è quello di evitare la tendenza a vendicarvi quando subite un torto.
Questo però non significa che non bisogna rispondere affatto quando il sarcasmo diventa un insulto o una minaccia. Irwin Kutash, in un libro (Violence) di cui è coautore, osserva: “Certi affronti, se non vengono opportunamente neutralizzati, possono avere conseguenze a lungo termine per le vittime . . . Queste vittime possono diventare facili bersagli di ulteriori abusi”.
A volte, quindi, potete essere giustificati dalle circostanze a rispondere a un attacco verbale, non travolgendo l’aggressore con un fiume di parole astiose, ma parlandogli pacificamente e serenamente in privato.
Infine, è anche utile non prendersi troppo sul serio. Donald W. Ball osserva: “L’efficacia del sarcasmo . . . sta nell’effetto che si propone di ottenere”. Sì, non fate di un piccolo incidente una tragedia pensando di aver subìto un danno irreparabile a causa di un’osservazione poco gentile. Non perdete il senso dell’umorismo!
Il modo migliore per non essere vittima del sarcasmo, comunque, è di non usarlo voi stessi.
Questo vi impedirà di parlare in maniera dannosa e sarcastica, e forse di esserne vittima.
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venerdì 6 settembre 2013
Il prezioso dono dell'umorismo
Si dice che l’umorismo sia la capacità di vedere il lato comico o divertente delle cose. Si dice pure che sia quella qualità che fa leva sul senso del ridicolo o dell’assurdo.
Si verifica una situazione umoristica quando qualcosa è fuori luogo o non appropriato. Per esempio, un serio uomo d’affari londinese, con tanto di ombrello chiuso e giornale, che sguazza nell’acqua del mare, sarebbe una cosa assurda, strana, e farebbe sorridere i presenti. Per citare un altro esempio, se un cane o un gatto entrasse in un’aula scolastica, susciterebbe molte risate, perché di solito un tale animale è fuori posto in un’aula.
Questo tipo di umorismo si basa sugli imprevisti. Per esempio, se un uomo si togliesse il cappello davanti a una donna e ne volasse fuori un piccione, gli osservatori riderebbero di tale cosa inaspettata. Una notizia dalla Nigeria dice che quando accade qualcosa di inaspettato gli africani reagiscono con grande spontaneità. Così di solito ridono quando un uomo scivola su una buccia di banana. Ma corrono anche immediatamente in suo aiuto pieni di comprensione e preoccupazione.
Il più delle volte l’umorismo si esprime a parole. E l’umorismo basato sulle parole è piuttosto vario, secondo nazionalità, usanze, ambiente e altri fattori. C’è l’umorismo intellettuale o sottile, c’è quello grossolano, o più rude e chiassoso, e quello più arguto o tagliente, che si può anche chiamare “spirito”.
Inoltre, ciò che è divertente per le persone di una nazione può non avere senso per quelle di un’altra nazione.
Sebbene le varie forme di umorismo verbale non si limitino a un particolare paese o nazionalità, molti sono più o meno noti per certi tipi di umorismo. Ad alcuni, come agli americani, piace l’iperbole, un’esagerazione intenzionale per dare enfasi o per produrre un effetto umoristico. “Piove a catinelle”, ne è un esempio. Inoltre: “Muoio dal ridere”. “Ho provato mille volte”. Frasi simili, naturalmente, non sono letterali e l’ascoltatore di solito lo capisce.
Famoso è l’humour inglese, cioè dire qualcosa di divertente con aria di noncuranza e con la faccia seria. Agli inglesi piace anche minimizzare. A questo riguardo, il libro Humour in Memoriam di George Mikes dice: “Quello di minimizzare non è semplicemente un sistema per fare battute; in Inghilterra è un modo di vivere. Anche ad altri piace sminuire e gli inglesi non ne hanno l’esclusiva. Nel New Yorker c’era una vignetta con due uomini sul trapezio volante e uno aveva appena mancato la mano dell’altro, a trenta metri d’altezza. L’uomo che aveva fatto l’errore per distrazione diceva: ‘Ooop, spiacente’. Un modo di minimizzare tipico degli americani. Ma in altri paesi questo si fa con noncuranza; in Inghilterra, fa parte del temperamento nazionale; è nell’aria. Il più delle volte non è neppure inteso come battuta”.
Per citare un esempio di ciò, George Mikes narra quanto segue: Dice che un vapore stava attraversando il canale della Manica. “Sul ponte c’eravamo soltanto io e un altro e imperversava una violenta tempesta. Un vento tremendo sollevava onde gigantesche. Rimanemmo lì rannicchiati per un po’ senza dire una parola. All’improvviso una raffica spaventosa spinse l’altro uomo in mare. La sua testa emerse solo una volta dalle acque sottostanti. Mi guardò con calma e osservò con una certa indifferenza: ‘Tira un po’ di vento, vero?’”
L’umorismo irlandese ha un suo fascino. Stephen Leacock ne fa un esempio nel suo libro Humour: “È stato appena dato l’ordine di non attaccare l’ultima carrozza ai treni, perché è sempre soggetta a sgradevoli scosse e oscillazioni’”. Inoltre: “Non scendere dalla scala, Pat, perché l’ho tolta”.
Lo stesso scrittore cita il seguente esempio di umorismo scozzese, che, secondo l’opinione generale, è piuttosto macabro: “La moglie di uno scozzese si ammalò e, apparentemente, morì. Al funerale, mentre la bara veniva portata in chiesa, i portatori urtarono accidentalmente contro uno stipite della porta. La scossa fece tornare in vita la donna. Fu tirata fuori dalla bara e visse per molti anni. Poi si ammalò e, questa volta, morì per davvero. Al funerale, mentre la bara si avvicinava alle porte della chiesa, il marito della defunta disse ai portatori: ‘Piano, ragazzi, piano; non fatela sbattere’”.
L’umorismo spagnolo è spesso un indice della tendenza a sottovalutarsi. Nella rivista El Triunfo c’era una vignetta con due uomini impegnati in una conversazione. Uno dice: “Ora è di moda la cultura. Abbiamo il ministero dell’Istruzione . . . il ministero della Cultura . . . e un consigliere del Presidente per la cultura”. L’altro risponde: “Ottimo! Adesso abbiamo bisogno solo delle scuole”. Ridere delle proprie debolezze è un aspetto importante dell’umorismo.
Battute e barzellette pulite e sane sono ottime al tempo e nel luogo appropriati e fanno divertire, e tutti a volte abbiamo bisogno di rilassarci. L'umorismo va comunque usato con moderazione e buon gusto. In tal caso, può aggiungere un tocco di brio e di vivacità alla vita quotidiana.
Si verifica una situazione umoristica quando qualcosa è fuori luogo o non appropriato. Per esempio, un serio uomo d’affari londinese, con tanto di ombrello chiuso e giornale, che sguazza nell’acqua del mare, sarebbe una cosa assurda, strana, e farebbe sorridere i presenti. Per citare un altro esempio, se un cane o un gatto entrasse in un’aula scolastica, susciterebbe molte risate, perché di solito un tale animale è fuori posto in un’aula.
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Il più delle volte l’umorismo si esprime a parole. E l’umorismo basato sulle parole è piuttosto vario, secondo nazionalità, usanze, ambiente e altri fattori. C’è l’umorismo intellettuale o sottile, c’è quello grossolano, o più rude e chiassoso, e quello più arguto o tagliente, che si può anche chiamare “spirito”.
Inoltre, ciò che è divertente per le persone di una nazione può non avere senso per quelle di un’altra nazione.
Sebbene le varie forme di umorismo verbale non si limitino a un particolare paese o nazionalità, molti sono più o meno noti per certi tipi di umorismo. Ad alcuni, come agli americani, piace l’iperbole, un’esagerazione intenzionale per dare enfasi o per produrre un effetto umoristico. “Piove a catinelle”, ne è un esempio. Inoltre: “Muoio dal ridere”. “Ho provato mille volte”. Frasi simili, naturalmente, non sono letterali e l’ascoltatore di solito lo capisce.
Famoso è l’humour inglese, cioè dire qualcosa di divertente con aria di noncuranza e con la faccia seria. Agli inglesi piace anche minimizzare. A questo riguardo, il libro Humour in Memoriam di George Mikes dice: “Quello di minimizzare non è semplicemente un sistema per fare battute; in Inghilterra è un modo di vivere. Anche ad altri piace sminuire e gli inglesi non ne hanno l’esclusiva. Nel New Yorker c’era una vignetta con due uomini sul trapezio volante e uno aveva appena mancato la mano dell’altro, a trenta metri d’altezza. L’uomo che aveva fatto l’errore per distrazione diceva: ‘Ooop, spiacente’. Un modo di minimizzare tipico degli americani. Ma in altri paesi questo si fa con noncuranza; in Inghilterra, fa parte del temperamento nazionale; è nell’aria. Il più delle volte non è neppure inteso come battuta”.
Per citare un esempio di ciò, George Mikes narra quanto segue: Dice che un vapore stava attraversando il canale della Manica. “Sul ponte c’eravamo soltanto io e un altro e imperversava una violenta tempesta. Un vento tremendo sollevava onde gigantesche. Rimanemmo lì rannicchiati per un po’ senza dire una parola. All’improvviso una raffica spaventosa spinse l’altro uomo in mare. La sua testa emerse solo una volta dalle acque sottostanti. Mi guardò con calma e osservò con una certa indifferenza: ‘Tira un po’ di vento, vero?’”
L’umorismo irlandese ha un suo fascino. Stephen Leacock ne fa un esempio nel suo libro Humour: “È stato appena dato l’ordine di non attaccare l’ultima carrozza ai treni, perché è sempre soggetta a sgradevoli scosse e oscillazioni’”. Inoltre: “Non scendere dalla scala, Pat, perché l’ho tolta”.
Lo stesso scrittore cita il seguente esempio di umorismo scozzese, che, secondo l’opinione generale, è piuttosto macabro: “La moglie di uno scozzese si ammalò e, apparentemente, morì. Al funerale, mentre la bara veniva portata in chiesa, i portatori urtarono accidentalmente contro uno stipite della porta. La scossa fece tornare in vita la donna. Fu tirata fuori dalla bara e visse per molti anni. Poi si ammalò e, questa volta, morì per davvero. Al funerale, mentre la bara si avvicinava alle porte della chiesa, il marito della defunta disse ai portatori: ‘Piano, ragazzi, piano; non fatela sbattere’”.
L’umorismo spagnolo è spesso un indice della tendenza a sottovalutarsi. Nella rivista El Triunfo c’era una vignetta con due uomini impegnati in una conversazione. Uno dice: “Ora è di moda la cultura. Abbiamo il ministero dell’Istruzione . . . il ministero della Cultura . . . e un consigliere del Presidente per la cultura”. L’altro risponde: “Ottimo! Adesso abbiamo bisogno solo delle scuole”. Ridere delle proprie debolezze è un aspetto importante dell’umorismo.
Battute e barzellette pulite e sane sono ottime al tempo e nel luogo appropriati e fanno divertire, e tutti a volte abbiamo bisogno di rilassarci. L'umorismo va comunque usato con moderazione e buon gusto. In tal caso, può aggiungere un tocco di brio e di vivacità alla vita quotidiana.
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